La Rivista di Storia del Diritto Italiano

La Rivista di storia del diritto italiano è la più antica dei periodici italiani scientifici del settore e quella edita più ampia come rappresentatività personale di collaborazioni e tipi di interesse. Comprende infatti nel suo "Comitato di direzione" tutti i professori ordinari in e fuori ruolo del settore ed abbraccia l'intera gamma degli studi della storia del diritto dal medioevo all'età contemporanea.

Il più longevo dei fondatori Mario Enrico Viora, in occasione del cinquantennio della rivista, così ne rievocava la nascita:

«In una serata autunnale del lontano 1927 passeggiavo sul ponte di Castel Sant'Angelo in Roma con il mio fraterno amico e compagno di Studi Sergio Mochi-Onory. Eravamo entrambi da poco usciti dall'Istituto giuridico dove io avevo dedicato un pomeriggio alla lettura delle principali riviste storico-giuridiche straniere (la Nouvelle Revue, la gloriosa Savigny, la olandese Tijdschrift). Ne riferii a Mochi-Onory, osservando che solo l'Italia, fra i paesi di antica civiltà, non possedeva una rivista storico-giuridica. Con l'incoscienza propria dei giovani decidemmo di prospettare al nostro Maestro Francesco Brandileone l'idea di pubblicare una rivista dedicata alla disciplina».

La rivista è stata infatti fondata nel 1927 per iniziativa di questi due giovani studiosi della materia, con l’adesione e l’appoggio di tre illustri “cattedratici” del tempo, Francesco Brandileone, Carlo Calisse e Nino Tamassia. La prima annata è stata quella del 1928. La rivista aspirava a mettere a disposizione, nei limite del possibile, uno spazio editoriale specifico agli studiosi di Storia del diritto italiano sia già affermati sia all’inizio della carriera universitaria. In tal modo offriva, in Italia ed all’estero, un preciso punto di riferimento, che si è rivelato decisamente positivo, specie per i numerosi giovani studiosi italiani giunti a prestigiosa fama internazionale, come Calasso, Astuti, De Vergottini, Cassandro e Marongiu.

Dopo un ventennio (e dopo le difficoltà dovute agli anni di guerra), sin dal 1947 sono venuti a far parte del Comitato di redazione o del Comitato scientifico della rivista, praticamente tutti i professori – di ruolo e fuori ruolo – della materia, impostazione protrattasi nel successivo mezzo secolo e tuttora operante. Essi ed i loro allievi trovano nella rivista accoglienza scientifica adeguata e controllata, in precedenza valutata con serietà dal Comitato di redazione, a cui di recente si sono aggiunti due referee anonimi spesso effettuati da due dei componenti del vasto Consiglio scientifico, il compito – accanto alla partecipazione diretta con contributi scientifici – è proprio quello di esprimersi, quali “ordinari” del settore, sul livello scientifico degli articoli da pubblicare sulla rivista e sugli opportuni consigli da dare agli autori, in modo da fornire un prodotto scientifico elevato in Italia ed all’estero dei diversi interessi culturali del settore.

L’improvvisa scomparsa nel 1955 di Sergio Mochi Onory ha privato la rivista non solo di uno dei promotori ma anche del più attivo componente della Direzione. Nel testamento egli legava una somma per sostenere gli studi del settore e la rivista: su questa base è stata costituita la «Fondazione Sergio Mochi Onory per la Storia del diritto italiano», costituita per D.P.R. 25 febbraio 1956, della quale è ora presidente il figlio prof. Giusandrea Mochi Onory. In meritorio ricordo dell’amico, Mario Viora, rimasto unico titolare della testata della rivista, l’ha poi girata con lancio affettivo alla fondazione. Quest’ultima con scrittura debitamente registrata ne ha a sua volta concesso l’utilizzazione all’associazione «Amministrazione della Rivista di storia del diritto italiano», di cui è ora presidente Gian Savino Pene Vidari, direttore della rivista, al fine di facilitarne il funzionamento amministrativo.

La rivista ha cadenza annuale e pubblica pure una collana editoriale di storia giuridica che conta a oggi 42 titoli, disponibili a partire dal n. 23 presso l'Amministrazione della rivista; dell'attività del primo cinquantennio della rivista è stato pubblicato nel 1987 un resoconto analitico con indici degli autori dei contributi; la rivista si è fatta promotrice - anche in tempi recenti - di iniziative convegnistiche e culturali di respiro internazionale e si propone, inoltre, di offrire (attraverso le sezioni dedicate alle iniziative congressuali ed alla rassegna bibliografica) un panorama tendenzialmente completo della vita scientifica e degli orientamenti culturali delle discipline storico-giuridiche.

La «Rivista di Storia del diritto italiano» ha adottato, come previsto dalla delibera ANVUR 42 del 20 febbraio 2019, il proprio Codice etico.












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